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lunedì 29 febbraio 2016

L'alimentazione del neonato - Le diete

Tratto da www.manusci.blogspot.it



Le Diete

Alle Madri “a tempo pieno” che hanno la fortuna di avere ancora il loro latte, non è
necessario suggerire niente.
N. B. Ma non possiamo non restare che sempre piu’ sorpresi e incantati dalle loro “intuizioni” !
Quando chiedono consigli per svezzare il Loro bambino, di solito questi ha già compiuto i sei mesi.
La Madre “A” racconta che il Suo bambino fa ormai solo quattro pasti e che di Sua iniziativa (poiché a quell'ora del giorno (di sera) ha poco latte e comincia a sentirsi stanca) ha già cominciato a sostituire il pasto pomeridiano, serale, con della frutta ( di solito: una mela grattugiata con qualche goccia di limone o arancio e un cucchiaino di zucchero) e che il bambino la mangia volentieri, ma con il cucchiaino, perché non vuole assolutamente il biberon (di solito succede così per quelli ancora allattati al seno).
Oppure che ha comprato in farmacia una farina lattea alla frutta.

1)Per il bambino di questa Madre “A”, è giusta la stessa dieta che andrebbe bene per un bambino di quattro mesi circa sistematicamente costretto a separarsi dalla Madre e, dunque, già completamente svezzato.
(E’ quello che non ha la fortuna di avere una Madre “a tempo pieno” e, per giunta, che non è più in grado di allattarlo e che, in cambio di tutto questo, è stato condannato, come più spesso succede ormai, a ricevere, sebbene abbia superato i quattro mesi ormai, soltanto un “monotono” latte di aggiunta della formula 1,2,3,4....).

Dopo avergliela illustrata e averle spiegato come si preparano i vari pasti, Le si suggerisce di iniziare molto lentamente a sostituire le poppate e di ripresentarsi al controllo, con il bambino, quando ormai il suo latte scarseggia, così che Lei riesca ad allattare ormai il Suo bambino soltanto una volta al giorno (e cominci per stanchezza a perdere entusiasmo e troppi capelli, le unghie si spezzano e sente che i denti dolgono e/o addirittura si muovono…).

2)Per il bambino della Madre “B”costretta, invece, a “posteggiare” presso “altri” il Suo bambino durante molte ore del giorno – di solito, in questo caso, la Sua richiesta di svezzarlo, capita quando il bambino ha da poco compiuto i quattro mesi - proprio per salvarlo dalla “monotonia” del latte di mucca sotto tutte le salse (ma succede che, il più delle volte, la stessa Madre si accorga da sola, come il Suo bambino non accetti molto volentieri di sostituire la poppata del latte materno con un biberon che contenga soltanto latte di aggiunta), viene consigliato di iniziare a svezzarlo rapidamente in questo modo – che è poi lo stesso della Madre”A” sebbene il Suo bambino sia, invece, già oltre i sei mesi. Per esempio:

Dieta “1”
Serve a iniziare lo Svezzamento degli ancora allattati al seno e degli improvvisamente condannati allo “Svezzamento Coatto” da parte di una madre a “part-time”.
I pasti vanno sostituiti uno alla volta, con prove di due giorni almeno e secondo l’ordine in cui sono scritti.
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A) Per esempio si comincia cosi’:
1° e 4° pasto (e 5° pasto?)
Latte in polvere in commercio. Ma sarebbe ormai meglio un latte di soia, o di riso …
(e’ adatto per lo svezzamento: il tipo 2 o il 3… - c’è solo l’imbarazzo della scelta.
N.B. Tutti i tipi di latte sono molto costosi. Per cui, alla Madre che non se lo può permettere (in verità va fatto con tutte), e’ necessario spiegare come si preparava una volta il latte vaccino fresco, “intero”. Latte con il quale, ancora qualcuna di loro, ma certamente tutte le generazioni passate, malgrado i recenti moderni anatemi, sono nondimeno riuscite a sopravvivere. E’ il Latte vaccino.
Ma e’ importante sapere che:
“Non si deve far bollire. Ma si deve riscaldare. Bisogna spegnere la fiamma appena tende a salire la schiuma. Bisogna togliere con un colino solo una piccola parte della panna. Diluirlo poi con un terzo di acqua bollita (la più oligominerale possibile!) (es: 120 gr. di latte e 60 di acqua bollita e aggiungere 1-2 cucchiaini di zucchero.
Per richieste maggiori di 180 gr. va aumentato solo il latte. I 60 gr. di acqua (oligominerale), visto il
quantitativo di acqua già contenuto nel latte vaccino, questo è il massimo della diluizione possibile. )”

Dopo il terzo mese, al latte in polvere o a quello “fresco”, vaccino, vanno aggiunti:
1-2 cucchiaini di polvere di riso e/o mais e tapioca e poi (gradatamente),
½ cucchiaino di liofilizzato di carne di pollo o agnello (il manzo o vitello sono inutili visto che contengono le stesse proteine della caseina del latte vaccino.)
Dopo qualche settimana bisogna introdurre nella dieta il:

B) 3° Pasto
Una qualsiasi farina lattea o altro purche’ sia “Senza Glutine”. Oppure una mela (o pera) grattugiata con qualche goccia di limone o arancia e 2 cucchiaini di zucchero.
Ancora dopo una settimana si aggiunge il:

C) 2° Pasto
I (patata?) e una carota e uno zucchino cotte al dente “AL VAPORE!” (la carota va messa prima a cuocere perché di cottura lentissima).
Sono tutte “da passare” iniziando da piccole quantità.
Raccogliere 200 gr. di brodo vegetale (l’acqua di cottura della patata e della carota)
Aggiungere:
1cucchiaino di olio di oliva extravergine spremuto a freddo!
1 cucchiaino di olio di soia (è ricchissimo di due fondamentali acidi grassi: l’acido linoleico e l’alfa linolenico)
2 cucchiaini di liofilizzato di carne (pollo o agnello)
3 cucchiaini di polvere di riso e/o dopo qualche giorno, anche di mais e tapioca.

N.B. Non bisogna mai “cambiare” tutto in una volta .
Le novità alimentari vanno sempre introdotte una alla volta e vanno “provate” da sole per almeno due giorni.
Per cui si fa prima la prova “A” ripetendola, un pasto alla volta, per tutti i quattro o cinque pasti. La si fa per qualche giorno e solo se si è sicuri della sua buona digeribilità si introduce, sempre provandola per alcuni giorni, la “B”: la farina lattea, o altro “senza glutine”, o la frutta fresca.
Il 2° pasto, quello “C” va “provato” per ultimo.

Se dovesse risultare sgradevole a causa soprattutto degli oli è possibile renderlo più accettabile aggiungendo al tutto 50 gr. di latte di soia e 1-2 cucchiaini di zucchero. (E’ raro che si debba ricorrere a questa correzione).

Si suggerisce alla Madre, inoltre, che:
1) quando il Suo bambino comincerà di nuovo a manifestare la sua “noia” (e di solito lo fa dopo un massimo di due mesi).
2) Le apparirà “svogliato”, senza fame, è quello il momento di riportarlo per un controllo e per “cambiare” la dieta integrandola, arricchendola di novità.

Ma a questo punto abbiamo considerato e adattato la dieta a due situazioni diverse:
1) La prima è quella del bambino fortunato che è ancora allattato dalla Madre, sempre presente, a tempo pieno.
2) La seconda è quella del bambino costretto allo “Svezzamento Coatto”.

Il primo bambino, quando inizia con la dieta appena descritta, ha abbondantemente superato i sei- sette mesi e riceve ancora, per qualche poppata, il latte Materno, ricco di tutto quello di cui si nutre la Madre sana, “onnivora” intelligente.
Per questo è possibile essere più lenti nello svezzarlo completamente!

Il secondo, invece, sebbene non abbia più di cinque mesi, privato del latte materno, va “rapidamente”
trasformato in un “onnivoro” totale.

Alcune altre informazioni:

Il glutine
N.B. Il problema che successivamente si presenta è quello del provare a introdurre il “Glutine” (v. la sua “tolleranza”.)
Nella maggior parte dei casi nondimeno, la Madre o “altri”, presso i quali il bambino è stato “posteggiato”, lo hanno già risolto per noi.
Basta soltanto fare un’accurata anamnesi per scoprirlo!
E’, infatti, usanza comune mettere tra le mani del bambino e fargliela succhiare, addirittura come prima cosa diversa dal latte, una “crosta di pane”.
Questa informazione è preziosa, perché dirime il dubbio.
Nondimeno, nell’introdurre il “Glutine”, bisogna usare sempre una prudenza estrema.
Bisogna, inoltre, sempre e poi ancora spiegare chiaramente, ricordare, fino alla noia, alla Madre, che lo scopo dello “svezzamento” è quello di “continuare” con il lattante - che ha bevuto, o mangiato (è lo stesso!) soltanto latte Materno o ha, nell'allattamento misto, ricevuto anche latte di aggiunta – per mantenerlo e conservarlo nel suo stato di perfetto “onnivoro” intelligente, che da questo momento gradatamente togliendo il “veicolo liquido”, il latte vaccino, inizia a mangiare tutto, proprio come facciamo noi adulti.
E’ tutto indispensabile proprio per:
“Quel meraviglioso “abbozzo” di una magnifica, esclusiva Opera d’Arte, che è stato da sua Madre partorito completo solo al 27% e va ulteriormente “plasmato” nell'anima e nel corpo, soprattutto da Lei, fino alla sua completezza, per ancora un 73%, che raggiungerà soltanto intorno ai venticinque anni!”

Con il primo bambino (quello ancora allattato al seno), allora, tutto deve svolgersi lentamente.

Con il secondo (quello che ha subita la condanna allo svezzamento coatto), rapidamente – sempre ricordando che il primo ha ormai circa otto mesi, mentre il secondo ne ha al massimo cinque - noi pensiamo di dover procedere così:
Per tutto questo, anche la terminologia riferita ai pasti del lattante deve cambiare.
Il “divezzo” non farà più quattro o cinque pasti, ma una colazione al mattino, un pranzo, una merenda
pomeridiana e la sera una cena.

Dieta “2”
O dello “svezzamento totale”.
(Per definitivamente trasformare un “lattante” in un “onnivoro” intelligente.)

Prima colazione
(Deve essere, nel rispetto della tradizionale “dieta mediterranea”, relativamente scarsa.)

( Un latte in polvere del tipo 4°, 5°, 6°… oppure?)
Latte vaccino “intero e fresco” (assolutamente della Centrale del Latte più vicina.)
Va riscaldato fino alla comparsa della schiuma. Con un colino va tolta parte della panna e poi…va
diluito con un massimo di 60gr. di acqua bollita (la più oligominerale possibile), alla quale, prima di spegnere il fuoco, vanno aggiunti 2 cucchiaini di zucchero (per ridurne la carica batterica) e ancora
Una fetta biscottata “senza glutine” per i più piccoli, o “integrale” per i più grandi.
La fetta va ridotta in polvere con un frullatore (o schiacciata con la bottiglia) e buttata nell'acqua bollente un attimo prima di spegnere (così diventa più digeribile).

Pranzo
Una patata, una carota, uno zucchino, poi costine, cipolla e sedano. E basta!
Vanno cotte al vapore! e “al dente”, per cui è consigliabile iniziare dalla carota, e continuare poi, secondo il loro tempo di cottura, quello di ogni singola verdura (è assolutamente vietata la pentola a pressione e le lunghe cotture, di ore, perché oltre i 70 gradi si distruggono i principi nutritivi e le vitamine… si trasforma tutto in una indigeribile poltiglia di cellulosa e sali minerali!).
Le verdure vanno, prima in parte e poi completamente, frullate.
Bisogna prendere la loro acqua di cottura, circa 200gr. di “brodo vegetale”.
Aggiungere:
1 cucchiaino di olio di oliva extravergine
1       ,,          di olio di soia (contiene due acidi grassi: acido linoico e alfa linoleico utilissimi al cervello per la su crescita strutturale).
2       ,,          di formaggio grana o parmigiano?
30 - 80 gr. di carne. Di animali piccoli come il pollo, il coniglio… (il vitello è già nel latte di mucca!)
La carne va cotta a parte al vapore, o mettendo sul fuoco un pentolino con acqua. Quando bolle, immergere la carne e farla “scottare”. Ripescarla appena cotta, farla scolare e poi frullarla con la verdura.
N.B. il brodo della carne è “indigeribile” per il bambino piccolo e non fa tanto bene nemmeno ai grandi! Per questo è vietato mettere a cuocere insieme carne e verdura, carne e pastina…).
E’ possibile ancor aggiungere un cucchiaio di pastina Senza glutine solo per i più piccoli (fino al settimo mese?)
Le “dimensioni” della pasta devono essere tali da non rischiare di soffocare il bambino, soprattutto quelli in cui ancora persiste il riflesso della suzione. Ma il problema non esiste se anche la pasta è frullata.
Il passato di verdura e carne (e pastina) va (quando non esiste il rifiuto) preferibilmente somministrato con il biberon.
E’ chiaro che la pastina e la verdura (il primo piatto) non vanno mai separati dalla carne, ma somministrati come un piatto unico. Il vantaggio è evidente. In questo modo la dieta rimane sempre bilanciata anche se il bambino assume soltanto la metà del biberon. Non succederebbe così, invece, se si decidesse di dargli prima il “primo” e poi il “secondo”, la frutta etc. etc. Perché finirebbe con il mangiare solo il primo o solo il secondo.
(Una dieta “sbilanciata” è dannosa. Crea danni spesso irrecuperabili, come e/o più della stessa iponutrizione, della fame - v. le varie, micidiali “diete sbilanciate” nelle cure dimagranti).

Merenda
Una mezza mela, mezza pera (banana, solo per i più grandi)
Una fetta biscottata senza glutine (poi, integrale.)
Massimo 2 cucchiaini di zucchero.
Mettere tutto in un frullatore e farlo girare allungando il tutto con latte fresco o yogurt (magro, naturale) o succo di arancia molto diluito.

Cena
Ripetere il pranzo o
Fare il “Pane cotto”: due fette biscottate integrali (o pane raffermo) in acqua . Far cuocere, scolare e mettere nel frullatore.
Aggiungere i due oli , il formaggio e ancora 50-70 gr. di carne cotta a parte e scolata.

Dopo gli otto mesi è possibile:

a) la “Pasta Asciutta”.
Far cuocere al vapore il pomodoro con una cipolla. Pelare i pomodori e togliere i semi (ottimo il passato della nonna).
Mettere il tutto nel frullatore insieme alla carne cotta a parte, al formaggio e ai due oli.
Farlo girare e diluirlo con qualche cucchiaio di acqua della pastina che dopo essere scolata va aggiunta nel biberon, o nel piatto.
La pasta asciutta è eventualmente da alternare con il passato di verdura che nondimeno deve restare
presente in un pasto del giorno.

b) Il “Pesce” .
Dopo l’ottavo mese, va sostituito alla carne per due, tre volte alla settimana. Se non v’intendete di pesce “fresco”, ottimo è anche il surgelato. Va cotto come la carne al vapore, o nel pentolino che già bolle, se è surgelato va messo sul vapore o buttato in acqua così, senza tentativi pericolosi per scongelarlo prima.
I tipi di pesce da preferire sono, il nasello, il nocciolino, il merluzzo, la sogliola, etc. etc.

c) L’“Uovo”
Solo ai più grandicelli.
Solo il “rosso” crudo! “No” dopo averlo cotto per tre minuti, alla “coque” o peggio ancora sodo!
Si comincia con un mezzo cucchiaino di assaggio, si prova e si riprova! Poi si somministra per due volte alla settimana.
Attenzione per alcuni scienziati: l’uovo crudo, l’uovo sbattuto con tanto amore dalla Nonna, non viene assorbito dall'intestino umano, va quindi, sempre trattato prima con il calore.(?).

d) Il “Prosciutto”
Quello “COTTO” ha bisogno di una considerazione a parte.
Per essere certi che sia tale: “PROCIUTTO COTTO”, il consiglio è infatti:
Prendere una fettina di prosciutto “crudo”, togliere la striscia di grasso e scottarlo nel pentolino con acqua bollente.
Soltanto quello “crudo” al quale avete tolto il grasso è certamente un prosciutto “stagionato”e maturato. Se lo avete fatto cuocere, è certamente anche “cotto”! Quello che avete ottenuto è dunque, senza alcuna ombra di dubbio, veramente un : “Prosciutto Cotto”!
L’altro, invece, il “Prosciutto Cotto” dell’industria, è?
Va bene che ci hanno convinto che “loro” fanno tutto per il bene dei nostri figli, ma chi è quel “magnate” altruista, che sacrifica un vero “prosciutto stagionato” per disossarlo e cuocerlo e poi venderlo sul mercato ad un prezzo di due terzi inferiore?

N.B. Il dovere di chi alleva un bambino, anche nutrendolo, è quello di reperire per lui gli “alimenti
naturali” nell’ambiente che lo circonda e prepararli nel modo più corretto perché, siano facilmente
assimilabili, forniscano tutti i nutrienti a lui indispensabili e favoriscano la “velocità” della sua crescita fisica, del suo apprendimento quotidiano, la sua evoluzione, e, con lui, quella della specie tutta!

A parte, allora, il prosciutto, non è possibile ricordare di aver mai trovato nell’Ambiente “piante” o
“coltivazioni” di formaggini, ricotta, affettati, salumi, prodotti industriali etc. e/o di quant'altro ci siamo già inventato e c’inventeremo ancora!

Ma che significa il dover anche preparare da mangiare al mio bambino?
E perché questo devo farlo io?
Soltanto per l’Amore che ancora “ci metto” nel fare qualsiasi cosa per lui?

In conclusione:
Perché ogni Madre (e ognuno di noi e dei “…Nuovi Genitori …e Non”) possa trovare la giusta risposta, il senso esatto e profondo di che cosa veramente significhi, per il proprio bambino e per la specie: “essere nutrito con amore!”, ecco alcune pagine, del nostro scienziato preferito, Jean - Marie Bourre, dal titolo:

“Mangiare… da uomini liberi e intelligenti”
“Le tappe dello sviluppo cerebrale obbediscono a una cronologia precisa e imperiosa.
Nel suo insieme, la costruzione del cervello umano è geneticamente programmata, e prosegue nei bambini per almeno due anni per compiersi verso i vent'anni.
Il tessuto del cervello comprende tre tipi principali di cellule: i neuroni, gli astrociti e gli
oligodendrociti; ma altre, come le cellule endoteliali dei capillari e microcapillari cerebrali hanno un ruolo non meno importante (v. la barriera encefalo-ematica).
Le decine di miliardi di neuroni di cui disponiamo, una volta creati durante la vita intrauterina, non si moltiplicano più e scompaiono senza essere sostituiti.
Se l’invecchiamento cerebrale consiste nella perdita dei neuroni allora comincia dal momento della nascita. La gerontologia confinerebbe dunque con la pediatria.
Tuttavia i neuroni non sono delle strutture fossili.
Sono costruzioni le cui pietre e i cui mattoni si muovono in continuazione, ma che restano simili a se stesse: tutto dunque si ricostruisce in modo identico, dai tetti alla cantina, passando per il riscaldamento, le condutture, la televisione.
Questi neuroni – in un cervello umano ve ne sono tanti quante stelle vi sono nella nostra galassia – comunicano tra loro attraverso dei punti di congiunzione, delle aree di contatto chiamate sinapsi. Ogni neurone ne possiede decine di migliaia!
Tra il terzo e il sesto mese della vita fetale, la moltiplicazione dei neuroni segue un ritmo
sfrenato.
In certe fasi ne appaiono duecentocinquantamila al minuto.
L’uomo nasce così con un cervello già dotato di tutto il suo potenziale di neuroni, ad
eccezione di alcuni milioni che contribuiranno, in seguito, alla nascita del senso olfattivo.
E avranno un ruolo importante nella memorizzazione e nell'apprendimento.
La massa del cervello umano – circa 300 gr. – è però solo un quinto (con solo il 27% di maturità) di quella che raggiungerà nell'età adulta, mentre il cervello dello scimpanzé neonato pesa già la metà.
Il suo sviluppo prosegue dunque molto oltre la nascita (si concluderà intono ai venticinque
anni).
L’aumento del peso risulta in realtà essenzialmente dalla proliferazioni degli assoni e dei dendriti (che vanno alla ricerca di inter-connessioni. v. il Sistema Associativo), dalla formazione delle sinapsi e delle guaine mieliniche (l’isolante dei fili elettrici), che contribuiscono al funzionamento dei neuroni e alla loro comunicazione.
Per questo il deficit numerico dei neuroni, l’assenza di riproduzione, l’assenza di riproduzione al di là del periodo fetale sono un fatto forse meno drammatico di uno scarso numero di connessioni (condizione che sistematicamente si verifica quando l’Ambiente è povero di stimoli-informazione, o peggio, è ricco di un’atroce “monotonia” degli stessi!).
A partire dai quarant’anni, ogni giorno spariscono centomila cellule nervose. Se questo ritmo si mantiene, verso gli ottant'anni sussistono ancora circa il 70% delle cellule viventi.
(…) non tutti i neuroni, infatti, lavorano; è come se possedessimo una riserva che la durata normale della vita non basta ad esaurire.
Ma i neuroni che non sono stati stimolati sin dai primi anni (per un Ambiente scarso o monotono di stimoli-informazione e di dieta), o quelli che, in seguito non lo sono più o lo sono troppo poco, non si differenziano più e fanno degenerare (anche) i primi.
Bisogna dunque sollecitare in continuazione e far lavorare il cervello… per mantenere il ben
dell’intelletto.
Lo sviluppo del cervello è governato da due ordini di fattori.

a)La formazione e l’architettura delle strutture cerebrali sono geneticamente determinate (v. il “genotipo”): è la dittatura dei geni.

b)Ma la differenziazione delle cellule della corteccia e la formazione dei collegamenti tra neuroni (e la loro ricchezza) dipendono dagli apporti nutritivi (v. le “proteine nobili” e il “fenotipo”), come pure dall'ambiente materiale e culturale (v. “Il cervello si nutre di stimoli”).
Anche nel caso del cervello “la funzione sviluppa l’organo”.
Esso non subisce questi stimoli come uno strumento passivo, ma al contrario come un organo sempre più attivo e specializzato nella misura in cui reagisce (alla ricchezza degli stimoli-informazione che arrivano da un Ambiente veramente stimolante che noi genitori avremo creato per il cervello del nostro bambino.)
(…) come ricorda Francois Lhermeitt, l’uomo è un creatore, ma è innanzi tutto il prodotto della sua cultura.
Anche se ogni sistema vivente, dice Alain Devaquet, progredisce e si differenzia solo sotto la pressione dell’ambiente, grazie alle sue capacità di ammortizzare i colpi e di emettere delle risposte.
In effetti, secondo Francois Jacob, la straordinaria libertà di un essere “programmato per apprendere” più che per saper fare, che agisce più in funzione di programmi modificabili e perfettibili che di un repertorio di comportamenti stereotipati, è senza riscontri nel mondo animale. (Più semplicemente: l’uomo è l’unico essere al mondo “programmato per apprendere” capace di liberamente modificare e perfezionare i comportamenti naturali sempre uguali, stereotipati.)
In che modo si produce l’impronta culturale?
(…) non è solo l’ambiente che sollecita il sistema nervoso, che lo modella e lo rivela; sono il soggetto e il suo cervello che lo interrogano abitandolo.
I neuroni e le loro connessioni si formano secondo un programma genetico, mentre l’ambiente gioca il ruolo di un filtro selettivo.
Imparare significa stabilizzare combinazioni sinaptiche prestabilite ed eliminare altre secondo un processo chiamato “epigenesi”.
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Epigenesi: “Lo sviluppo graduale di strutture differenziate a partire da cellule indifferenziate e morfologicamente omogenee.” (Vocabolario della Lingua Italiana, Treccani Ed.)
Più semplicemente: dalla unica cellula dell’ovocita fecondato ne nascono settecentomila miliardi circa, che si differenziano in centoventicinque tessuti diversi: ossa , muscoli , pelle, etc. etc. che tuttavia restano tali per sempre.
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E’ dunque una buona cosa che i neuroni perdano il potere di suddividersi: diversamente non potrebbero funzionare (se si rinnovassero dividendosi, rischieremmo, ogni volta, di dover ricominciare ad imparare da capo una cosa che già sappiamo far, o che già conosciamo.)
La formazione del cervello è programmata dai geni ma, come ricorda Alain Prochiantz, per l’uomo, il caso si è in qualche modo introdotto nell'esecuzione di questo programma. (“il caso” è quello che ti fa venire alla luce in quel particolare Ambiente socio-culturale, piuttosto che in un altro più o meno ricco di stimoli-informazione sempre nuovi o monotoni e dalla giusta alimentazione.)
Questa forma di epigenesi, per mezzo della quale ogni uomo iscrive nella struttura stessa del proprio cervello la propria storia (quella della sua vita in quel particolare Ambiente socioculturale che gli ha assegnato “il caso”, perché sia poi, quel particolare individuo unico), conferisce flessibilità e agilità e impedisce di parlare di determinismo in senso stretto.
Uno dei fondamenti di questo fenomeno epigenetico è l’alimentazione (!), in particolare l’apporto di lipidi che consentono alla membrana cellulare di adattarsi e che rappresentano la parte modificabile, l’acquisito (leggi: i lipidi, che si rinnovano sulla membrana cellulare circa venti volte nelle ventiquattrore, permettono il ri-modellamento della cellula sotto l’azione dello stimolo-informazione che, prodotto dall'Ambiente, la raggiunge e appunto, la “informa”); mentre la sintesi delle proteine (i mattoni che rinnovano la costruzione strutturale della cellula), direttamente sotto il controllo dei geni, rappresenta l’elemento innato, l’ereditario.
Anche se, a giusto titolo, le manipolazioni genetiche occupano il proscenio, l’importanza dell’epigenesi, con ogni evidenza, non deve far dimenticare, al di là del problema più immediato della fame, i danni provocati dalla denutrizione e della malnutrizione (v. i “belli di mamma” saziati soltanto di mucca!).
La ricerca in materia di nutrizione ha comunque molto da fare per sostenere e sviluppare il corpo, ma anche il cervello e l’intelligenza.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) non afferma forse che la salute è il benessere fisico, mentale e sociale completo e non l’assenza di malattia e d’infermità?
Il compito di chi intende proporre una dietetica del cervello è dunque immenso.”
(Jean - Marie Borre, “La dietetica del cervello”, Sperling & Kuppfer, Ed., 1990, pagg.7-10)
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N.B. Per potersi rendere conto di quanto sia assolutamente indispensabile una corretta alimentazione, che procuri, fin da un attimo dopo la sua nascita, il necessario all'armoniosa crescita evolutiva del cervello e del corpo e del Sistema Immunitario del bambino “onnivoro”, ecco ancora:

Un accenno ai “Periodi Evolutivi” del Neonato e del bambino 

Soltanto… perché, dopo tutto quello che ormai sappiamo, possiamo, fino in fondo, bearci di lui e dei suoi progressi, tutti armoniosamente raggiunti grazie all'“Ambiente Madre” e finalmente prendere coscienza di quanto, più di noi, di lui, invece, si “godano” gli altri, quando siamo costretti ad abbandonarlo e, inoltre, della comune, “criminale imbecillità” che vorrebbe ancora convincere le Madri, turlupinandole, che il loro cucciolo è soltanto:
“… quel … così piccolo, che ancora non capisce niente e ha solo bisogno di essere allattato ad intervalli precisi, tenuto pulito e di dormire; di essere precocemente “inserito” così, dopo sarà “avvantaggiato”, etc.”
Infatti, da l’“Introduzione alla neurologia infantile” a cura di F. De Franco (Piccin ed. 1974.) apprendiamo, invece, che: Per la descrizione si rimanda alla voce: “Apprendimento” sul Vocabolario
allegato.

Sigismondo Sciortino


Parte quarta

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