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venerdì 28 ottobre 2016

Lista dei cibi contaminati sulle nostre tavole. Come difenderci?

Mesi fa è stata pubblicata la lista dei cibi altamente contaminati che puntualmente compaiono sulle nostre tavole.
Sembrerebbe facile poterli evitare semplicemente conoscendoli e quindi non comprandoli. Il problema nasce quando si è inconsapevoli oppure quando si è ingannati dalle grande aziende che, inscatolano in Italia, ma comprano la materia prima  (contaminata e quindi a bassissimo prezzo) all'estero spacciandola poi per Made in Italy.

La lista
Questi i prodotti principali (purtroppo non gli unici)



Fonte: Coldiretti.

Come detto questi non sono gli unici e purtroppo c'è da fare una seconda classifica:

al primo posto in assoluto c'è la frutta secca proveniente dalla Turchia, quali nocciole e pistacchi. Sono contaminati da Aflatossine che sono cancerogene e tossiche;

- secondo posto per le arachidi della Cina sempre contenenti le Aflatossine (una volta cadute dalla pianta vengono lasciate a terra esponendole a piogge e funghi e quindi contaminate);

- al terzo posto c'è il peperoncino proveniente dall'India, pieno di pesticidi che oltre ad essere tossico può essere mortale;

- quarto posto per un alimento molto vicino a noi. Il pesce della Spagna, soprattutto Tonno e pesce Spada che contengono metalli pesanti;

- al quinto posto i peperoni turchi, zeppi di pesticidi;

- sesto posto occupato dai semi di sesamo provenienti dall'India. Provocano Salmonella che a sua volta, nell'organismo umano, porta a intossicazioni e infezioni, anche mortali;

- settimo posto per la frutta secca dell'Iran contaminata da Aflatossine;

- ottavo posto fragole e olive egiziane con pesticidi;

- al nono posto i pistacchi degli USA, sempre con Afaltossine;

- ultimo (ma non ultimo in assoluto) posto per il pesce con metalli pesanti del Vietnam.

In realtà la lista è lunghissima e conta anche il latte francese, il pollo della Polonia, meloni della Repubblica Ceca, Arance dell'Egitto e Piselli provenienti dal Kenia con batteri e microrganismi.



A questo punto l'unico modo per difenderci, almeno coi prodotti di ortofrutta freschi, carne o pesce è quello di leggere l'etichetta con la provenienza del prodotto. Infatti per queste categorie, in Italia, è obbligatorio che venga riportato il paese dal quale è stato importato, il confezionamento e l'allevamento di origine. 

Ma come dicevo ad inizio articolo, la beffa è data dal fatto che per prodotti trasformati o prodotti misti (es. succhi di frutta, polpe, concentrati ecc...), non è fatto nessun obbligo di indicare la provenienza delle materie prime.

Ad oggi purtroppo solo olio, passata di pomodoro e latte hanno obblighi legislativi di riportare origini e provenienze di olive, pomodori e allevamenti.

Ricapitolando se compriamo delle fragole fresche possiamo difenderci da quelle egiziane leggendo l'etichetta, se comprassimo una marmellata di fragole, invece, sarebbe impossibile risalire alla provenienza.

Ho fatto un test su alcuni prodotti trovati in casa e questo è il risultato:

- peperoni sotto aceto della Saclà con lotti che possono essere provenienti da Italia o Turchia.



Come abbiamo visto precedentemente i peperoni turchi sono pieni di pesticidi e quindi controllando il lotto ho scoperto che questo barattolo contiene ortaggi provenienti da entrambi i paesi (lotti K italiani e G turchi):




Poi ho trovato del peperoncino proveniente dalle aree monsoniche (quindi India) e anche questo è presente nella black list coi sui pesticidi:



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